“Conobbi Trotskij relativamente tardi, nel 1905, dopo i fatti di gennaio. Era arrivato a Ginevra da non so dove: tutte e due dovevamo parlare nel corso di una riunione convocata in seguito a quella catastrofe. A differenza di tutti noi, Trotskij vestiva allora con insolita eleganza, ed era molto attraente. L'eleganza e l'abitudine di rivolgersi a chiunque in modo distratto e condiscendente, davano un'impressione sfavorevole. Con antipatia estrema, guardavo questo giovane dandy accavallare le gambe e scribacchiare appunti per il discorso estemporaneo che avrebbe dovuto tenere alla riunione. Ma Trotskij parlò veramente bene” (Lunaciarskij, Profili di rivoluzionari, De Donato Editore 1967).
Di che colore saranno stati i pantaloni del futuro agitatore principe nei Soviet del 1905? Avrà letto Wilde e Baudelaire? Quando si pettinava che immagine rimandava di lui lo specchio proletario di qualche latrina?
- Sono Ugo
- Hai presente che ore sono?
- Ma se eri al telefono fino un minuto fa! E sono le 1,30
- Te non ti preoccupare di cosa faccio io a notte… vai avanti con Comunismo Transmoderno?
- Telefono per questo… Claudio
- E cioè?
- Intendo pubblicare una testimonianza su Trotsky nel 1905 e poi commentarla…
- Ma cosa vuoi commentare?
- Una testimonianza di Lunaciarskij sul dandysmo di Trotsky
- E allora? Soltanto ad uno stranito come Lunaciarskij poteva sembrare strano il dandysmo in un rivoluzionario ebreo nutrito di letture anche decadenti…
-Allora che faresti?
- Cavatela con degli interrogativi, anche semplici, che rimodellano la testimonianza in qualcosa di faceto. Sopra il dramma e sotto le tue domade da locco vecchianese..
- Accio...ma perché non vai a farti fottere!
- Clic
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