ADDIO MIO CUSTODE
L'Alfabeto del Custode e la poesia sull'annuario Tellus (ora sul weblog Tellusfoglio, vedi link in calce) sono la traccia dell'arte e della scrittura di Bruno Dell'Ava. Farò il possibile perché il libro possa essere ripubblicato e ampliato con la parte inedita. E perché la Vita "non illustre" di Bruno Dell'Ava non sia soltanto occasione di aneddoti orali, che pure sostanziano e sono base di ogni narrazione, ma anche che la sua avventura con i pennelli e la bic sia conosciuta. Qui di seguito la voce D come Donna. E la Nota biografica che pubblicai sull'annuario accanto alla poesia "Sopra Tutto". Era meglio che se al posto di Bruno morivano cento poeti e cento pittori inutili che circolano su carta stampata e on line! Claudio Di Scalzo discalzo@alice.it
D come Donna
Donna nera,
donna sola,
appoggiata al portone
aspettavi un’altra ora.
*
Vorrei una donna
che mi faccia fumare di meno
che mi faccia bere di meno
e che mi tenga una mano sulla testa.
*
Le donne
Si vedono molte donne in giro
ognuna vestita in modo diverso,
ognuna promette gioie diverse.
*
La donna è mobile.
Io direi fin troppo mobile.
O forse che l’uomo è troppo fisso?
Chi lo sa.
Comunque l’unione dei due opposti
crea moto uniformemente accelerato.
*
L’odio delle donne è peggio dell’odio degli uomini.
*
Minigonna verde e calze nere,
per una sera hai riempito la mia fantasia.
*
Le ragazze hanno curve piacevoli,
visi e mutandine a fiori.
*
Bellissima, giovanissima che te ne vai in giro con aria fiera,
abbassa la bandiera.
*
La donna ragno parla con voce flebile
come chi sa di essere una donna
nell’involucro del ragno.
*
La bellezza delle donne al mutar delle stagioni.
D’estate le donne sono più svestite e a casa ballano a ritmo di rock.
*
Si guarda quello che si muove, dissi accendendo un cerino.
Lei seguiva con gli occhi la fiammella.
Purtroppo stava aspettando un altro.
*
Tra la madre e la zia ci sono molti chilometri, ma in mezzo ci sei tu, ragazza felice. Sei un po’ grassa e ti muovi pigramente come a dire: non preoccuparti.
*
Siamo tutti masochisti.
Prima subiamo i genitori, poi gli insegnanti e alfine le donne.
*
La donna sola ha più paura, in due donne si fan coraggio, in dieci donne sono delle bestie.
*
Come riempire il vuoto.
Il vuoto si può riempire in mille modi:
bevendo,
fumando,
cagando,
pisciando,
parlando,
scrivendo,
dipingendo,
guardando la televisione,
un quadro, una donna, un amico,
un bar, una piazza, un vicolo ecc.
Ma l’unica cosa che riempie il vuoto
è il vuoto.
Cioè la donna.
*
Ritratto
Occhiali,
carina,
nervosa
*
L’uomo è lento
e la donna è veloce.
Assieme formano
un moto uniformemente
accelerato.
*
D’estate ci son delle bellissime donne quasi nude.
*
Le donne alla sveglia non dormivano: stavano con le coperte tirate sulla bocca e gli
occhi spalancati come uccelline.
*
Ci son donne che ti distruggono tranquillamente.
*
Nuda alla finestra poggiavi le tue tettone sul davanzale.
*
Vieni con me ragazza,
ti porterò sul lago,
ti farò vedere stelle filanti nel cielo
e coccodrilli che mangiano uccelli.
*
Due ragazze passano, pantaloni azzurri l’una, capelli lunghi l’altra. Vanno in salita con leggerezza.
°°°
LA PITTURA SELVATICA DI BRUNO DELL'AVA
LA PITTURA SELVATICA DI BRUNO DELL'AVA
Bruno Dell’Ava è nato a Chiavenna il 30 dicembre 1949. Si diploma al liceo artistico di Brera a Milano nel 1977. Da allora non ha più abbandonato la pittura che si innerva, con cesure originali, nella mappa di un’arte selvatica e spontanea con dipinti e scrittura di aforismi. Svolge il compito di custode al Parco del Paradiso di Chiavenna. La sua produzione ha interessato la redazione di Tellus, che già nel numero monografico sul Tramonto dell’uomo selvatico (n.7 ottobre 1992) indagava la condizione provinciale. Claudio Di Scalzo ha curato la monografia, L’alfabeto del custode, indagine sull’arte selvatica di Bruno Dell’Ava, che fungerà anche da catalogo per una serie di mostre finalmente esaustive sulla produzione pittorica e letteraria dell’artista.
(…) Bruno dell’Ava è un episodio di questa sontuosa, e a volte fosca, produzione estetica elaborata da solitari, da emarginati, da disadattati, ma in più compare l’estasi di nominare il mondo attraverso una fitta simbologia scritta e disegnata che ne fa un “caso” raro. Siamo infatti dinanzi ad un artista selvatico che prende la parola, non inurbandosi nella metropoli o passando attraverso tutte le fasi delle relazioni imposte dalle gallerie, e dal sistema criticomuseale, ma attraverso la lastra rotta della propria condizione provinciale dove il dialetto e l’italiano reinventato e il paradosso colorato entrano prima nelle intercapedini della condizione umana alpina e poi emergono con violenta passionalità. Insomma, il sistema nervoso dello scrittore-pittore diventa la fondazione di un sistema estetico fitto di rimandi che pulsa in totale autonomia (…)
http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/10/claudio-di-scalzo-la-notte-in-cui-mori.html
LA NOTTE IN CUI MORI' BRUNO DELL'AVA
da Tellusfoglio (7.10.2010)
da Tellusfoglio (7.10.2010)
http://claudiodiscalzotellusfoglio.blogspot.com/2010/10/claudio-di-scalzo-la-notte-in-cui-mori.html
ADDIO MIO CUSTODE
dal weblog Tellus di Valtellina
Sull'Olandese Volante una sezione della Galleria Virtuale in random verrà dedicata all'arte di Bruno Dell'Ava - CDS
Nessun commento:
Posta un commento