CDS: "Accio e Lalo nel Padule di Massaciuccoli-Web
il 25 Aprile 2012"
Agita fra le canne del padule il suo straccetto rosso verso il camion dei fascisti che transita nella strada sterrata. Cantano a squarciagola Faccetta Nera e imprese di bastonate e pistolettate a socialisti e comunisti. Si levano sopra lo stridio dei freni maledizioni bercianti, colpi di moschetto. Ma nessuno dei camerati insegue Libertario Di Scalzo nel lago di Massaciuccoli, quello che un giorno verrà ricordato come pucciniano. Hanno paura gli sgherri. Lì, fra le folaghe in cielo e i lucci nel chiaro, sta il suo regno. Conosce ogni calatino, ogni nascondiglio, ogni baracca. I fascisti temono abbia una doppietta e un coltello e sanno che l’anarchico li aspetta. I fascisti restano in gruppo e sulla strada e poi se ne vanno scornati bestemmiando minacce e sputando per terra. Lo chiapperemo col nostro sistema, dice il capo manipolo della Milizia Nera. E sarà un miracolo se non finisce come su’ pà Angelo che gli abbiamo fatto fumà la pipa in gola! Raggiungo mio padre con una barca da tempo in secca. Mi passa un lembo dello straccetto rosso. Siamo inteneriti.
-“E' ancora resistenza, Accio”,dice usando il soprannome che avrò una volta suo figlio quando il 25 aprile verrà festeggiato con le camionette di Scelba per le strade di Pisa.
-“E' resistenza compagno! Qui non ci prenderanno”, rispondo al mi babbo che poi sceglierà il nome di Lalo. E tutti penseranno fosse un soprannome invece sarà nome scelto da antifascista.
-“Il gruppo vedo che s’è infittito, non è sminuito.
-“C’è anche chi pratica fascismo e totalitarismo sul Web.
-Che cos’è il Web Accio?
-Dopo te lo spiego, ma ora ho fame.
-Ho pescato dei lucci. Per noi basteranno. Se eravamo di più non ci si cenava.
°°°
Così l’epica rossa di mio padre come mi venne raccontata. In tante versioni. Dagli antifascisti vecchianesi e pisani. Lo presero con il ricatto. Se non si fosse presentato alla Casa del Fascio avrebbero massacrato di botte i familiari. Un decennio prima i fascisti avevano assassinato mio nonno Angelo Di Scalzo seguace di Serrati e sindacalista sulla via di Pisa, mentre tornava a casa col calesse, sfondandogli il palato con il cannello della pipa che teneva tra i denti. Mio padre si consegnò ai carabinieri. All’anagrafe risultava con un frego sul suo nome di battesimo Libertario che ora si chiamava Lalo. Nome scelto perché di un musicista, di chi aveva scritto la Sinfonia Spagnola. Bella musica, che aveva ascoltato da parenti immigrati in Francia. E la musica non si può bastonare o imprigionare. Lalo lo spedirono sul fronte albanese con tutte le benedizioni religiose del caso in un battaglione destinato al macello. Ma si salverà. E tornerà a Vecchiano per la sua personale Resistenza. Fatta nascosto in un loculo del cimitero di giorno, per uscire la notte. Questa vicenda sta anche in un libro scritto negli anni Settanta da un mio amico che di libri e di antifascismo ieri e oggi se ne intendeva.
Il 25 aprile 2012 scelgo di raccontare questa storia di Resistenza. Io sono figlio di quest’uomo e nipote di Angelo, L’Angelo dei braccianti. Sto sul web anche per una forma di Resistenza ad ogni totalitarismo, quando ne ravviso la necessità, per “resistere”ad ogni forma di censura e d'imbavagliamento della libertà d’espressione non solo politica ma anche artistica e letteraria. Il mio Padule di Massaciuccoli-Web, dove sono imprendibile come Lalo Libertario, sono gli spazi telematici che ho on line, weblog e siti.
Claudio Di Scalzo detto Accio
25 aprile 2012
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