Hanns Kralik
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GLOSSA AL DIPINTO DI HANNS KRALIK
Partigiano Torturato
sull'uso delle storie antifasciste e anticapitaliste
ieri e oggi
Se, e se per caso, ammettiamo se,
il proletariato antifascista e
comunista, avesse custodito e messo al primo posto le proprie storie e massacri
subiti i soprusi il martirio, anche soltanto custodendo tutto oralmente, o in
scritti popolari senza aspirazioni letterarie, se le vicende di classe,…
fossero state messe prima anche dei libri di Calvino Vittorini Pavese Fenoglio
Fortini Pasolini Pratolini… probabile che l’involuzione prima stalinista poi
socialdemocratica poi social-liberale-liberista non ci sarebbe stata. Né lo
smantellamento della Resistenza come prassi anticapitalistica.
Ma se i Guttuso dei fucilati poi
diventa il maestro che vende a milioni che illustra ogni evento parlamentare e poi coi
soldini va a trombare con la Marzotto, dividendosela con il compagno del Manifesto
Lucio Magri, beh allora è partita persa.
Personalmente, e storie come
quelle vissute da mio padre, ce ne sono molte altre, prima vengono queste poi i
libri antifascisti i dipinti antifascisti le scultura antifasciste e film
antifascisti.
E mentre il popolo antifascista
veniva in queste opere mitizzato ricordare che il popolo la stessa classe proletaria
e operaia era quella descritta da Federigo Tozzi non da Cassola e Pratolini. Soltanto una
presa comunista di classe poteva limarne affievolire il male violenza che in
essa alligna come in ogni altra classe.
E tra i nemici di classe, c’era
mio nonno Vittorio e mia nonna Messinalla fascisti. Ma quando Vittorio muore di
crepacuore sapendo l’avvicinarsi degli americani o per timore, mia nonna si
veste di nero, per sempre, non si taglierà più i capelli, e nemmeno quarantenne
sceglierà la castità perenne.
Ecco un amore così passionale
assoluto tante antifasciste se lo sognavano. Comprese le intellettuali che
scrivevano romanzi e poesie. Figurarsi oggi!
E se Lalo rischiava la vita
durante l’occupazione nazista di Vecchiano aiutati dai fascisti locali per
posare un fiore sulla finestra della Nada figlia del fascista, uscendo dal
loculo del cimitero dove stava nascosto di giorno, beh… questo è o non è un
amore assoluto! Per me valeva e vale più
dei versi di Pavese e mi-mà più delle Dore Markus.
Se i comunisti avessero custodito
e messo al centro della loro estetica la loro di vite non quella riflessa che
gli han dato intellettuali di sinistra… il Comunismo non sarebbe finito così.
Quando in casa Tabucchi i maestri
della letteratura poesia filosofia, tipo Garboli Baldacci Del Giudice Lalla
Romano Bodei Vattimo Placido si scambiavano
con me non mi sentivo affatto gratificato. O ignorante come mi rivelò in un
trafiletto e-mail un paio di anni fa una ex compagna incontrando poeti da web.
“Ho provato vergogna per tutto quello che non sapevo!”. Come??? Allora se
incontrava chi veramente è intellettuale e autore e poeta come mi accadde cosa faceva?, si
buttava dal Molo Audace con una pietra al collo?!
Erano loro, i colti compagni, che
dovevano sentirsi gratificati perché li portavo a Bocca di Serchio in barca e spiegavo loro la caccia al cinghiale o
raccontavo loro di mio padre e del Pazzo
barbiere. Comunisti, eterodossi per natura, che non portano alcuna
responsabilità del fallimento totalitario o revisionista. Ad Est finivano nel
Gulag ad ovest isolati dovendosi guardare le spalle da stalinisti e fascisti.
Responsabilità hanno invece chi andando nei paesi dell’Est in Albania in Cambogia in Cina… non ha capito una sega nulla sul comunismo in atto. Anche perché scansavano il comunismo anarco libertario e comunista eretico. Mi ricordo ancora della Rossana Rossanda che definiva sul manifesto, nei primi anni Settanta, Arturo Schwarz e le mostre su Duchamp come borghesi provocatorie anticomuniste!
Responsabilità hanno invece chi andando nei paesi dell’Est in Albania in Cambogia in Cina… non ha capito una sega nulla sul comunismo in atto. Anche perché scansavano il comunismo anarco libertario e comunista eretico. Mi ricordo ancora della Rossana Rossanda che definiva sul manifesto, nei primi anni Settanta, Arturo Schwarz e le mostre su Duchamp come borghesi provocatorie anticomuniste!
Non c'è da meravigliarsi se i loro libri di saggistica e teoria, sono
inutili ieri e oggi.
Sull'OLANDESE VOLANTE ANTOLOGIA (2012- 9 gennaio 2017)
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