venerdì 28 gennaio 2011

Louis Ferdinand Céline: Bagatelle per un massacro (1)

          




BAGATELLE PER UN MASSACRO


Il mondo è pieno di gente che si dice raffinata e che poi non è, ve l'assicuro, raffinata neanche tanto così. Io, servitor vostro, credo davvero di esserlo, un raffinato! Sputato! Autenticamente raffinato. Fino a poco tempo fa, facevo fatica ad ammetterlo... Resistevo... E poi un giorno mi sono arreso... Al diavolo!... Però sono un po' infastidito dalla mia raffinatezza... Cosa si finirà per dire? Pretendere?... Insinuare?...
Un vero raffinato, raffinato per diritto, per costume, garantito, di solito deve scrivere almeno come il sig. Gide, il sig. Vanderem, il sig. Benda, il sig. Duhamel, la signora Colette, la signora Femina, la signora Valéry, i « Théàtres Francais »... sdilinquirsi sulla sfumatura... Mallarmé, Bergson, Alain... spompinarsi l'aggettivo... goncourtizzare... cristo! Inculare le mosche, frenetizzare l'Insignificante, cinguettare in pompa magna, pavoneggiarsi, chicchirichire ai microfoni... Rivelare i miei « dischi preferiti »... i miei progetti di conferenze...
Potrei, potrei certamente diventarlo anch'io, un vero stilista, un accademico « pertinente ». È una questione di lavoro, un'applicazione di mesi... forse di anni... Si può ottenere tutto... come dice il proverbio spagnolo: « Molta vaselina, tanta pazienza, e l'elefante s'incula la formica ».
Ma sono ormai troppo vecchio, troppo incancrenito, troppo incarognito sulla maledetta strada del raffinamento spontaneo... dopo una dura carriera di « duro fra i duri » per ritornare indietro ora! e andare anche a concorrere per la libera docenza di trine e merletti!... Impossibile! Il dramma sta qui. Come ho potuto farmi afferrare, soffocare d'emozione... dalla mia stessa raffinatezza? Ecco i fatti, le circostanze...
Mi confidavo di recente con un mio caro amico, un bravo dottorino del mio stampo, ma in meglio, Leo Gutman, a proposito del gusto sempre più forte, spiccato, virulento, che dico?, assolutamente dispotico che mi prendeva per le ballerine... Gli domandavo il suo parere... Che cosa sarei diventato? io, con una famiglia a carico! Gli confessavo tutta la mia rovinosa passione...
« In una gamba di ballerina il mondo, le sue onde, tutti i suoi ritmi, le sue follie, i suoi desideri sono inscritti!... Mai scritti!... La poesia più ricca di sfumature del mondo!... eccitante! Gutman! Tutto! O Gutman, amico mio, il poema inaudito, caldo e fragile come una gamba di ballerina in mobile equilibrio, è in sintonia con l'ascolto del più grande segreto, è Dio! È Dio stesso! In tutto e per tutto! Ecco il fondo del mio pensiero! A partire da settimana prossima, Gutman, pagato l'affitto... voglio lavorare solo per le ballerine... Tutto per la danza! Nient'altro che per la danza! La vita le afferra, pure... le porta via... al minimo slancio, voglio andare a perdermi con loro... tutta la vita... fremente... ondeggiante... Gutman!... Mi chiamano!... Non sono più io... Mi arrendo... Mica voglio essere scaraventato nell'infinito!... alla sorgente di tutto... di tutte le onde... La ragione del mondo si trova qui... Non altrove... Perire di ballerina!... Sono vecchio, presto creperò... Voglio dissolvermi, effondermi, dissiparmi, vaporizzarmi, tenera nuvola... in arabeschi... nel nulla... nelle fontane del miraggio... voglio perire della più bella... Voglio che soffi sul mio cuore... Cesserà di battere... Te lo prometto! Gutman, fa' in modo che avvicini le ballerine!... Voglio crepare, lo sai, come tutti... ma non in un vaso da notte... di onda... un'onda bellissima... danzante... fremente... ».

              ...CONTINUA
 
 
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MEDICINA A BAGATELLE PER GUARIRE SOTTOPELLE
 
 
M'è presa fantasia di ripubblicare "Bagatelle per un massacro", qualche puntata, su questo weblog. L'infernale Céline, cacciato dalle celebrazioni francesi fra l'altro, lo trovo adatto per i tempi che corrono, anche qui appaiono ballerine!, che lui però vorrebbe godersi!, per scrollarci di dosso tutto il pietismo il moralismo accattone dei buoni sentimenti che la sinistra (da Repubblica all'Unità al Manifesto a Micromega)  riscopre mentre si sfoglia in TV e nei media il Romanzo spettacolarizzato delirante del capitalismo per solo attore Berlusconi, come se piagnucolare sui traffici dell'eros a pagamento risolvesse i rapporti (ahimè di ferro!) di produzione (a tal proposito rileggere cosa scriveva Marx sul sottoproletariato parigino e sulla prostituzione può essere utile!) che schiavizzano corpi e prestazioni ad ogni livello! comprese quelle dei letterati dei poeti e degli artisti! infatti se prendiamo certe faccine ritoccate su Fb e le portiamo in uno studio di Canale 5, corpo permettendo per ballare e scosciarsi e troneggiare!, cosa cambia? ...ehmm dicevo che Céline conviene rileggerlo, anzi leggerlo per tanti sarà la prima volta, perché se c'è il mostruoso in giro, nel realistico mondo e nel virtuale web!, chi meglio di lui può insegnarci stile e metodo per rivelarne le radici anche se s'aggroviglia maleficamente nell'antisemitismo? 
... credo che oggi ci vorrebbe qualcuno che raccontasse, costruendo un romanzo in progress misto stampa pagine elettroniche immagini voci! i massacri in atto dalle culle ai cubi danzanti ai modelli altalenanti di vissuto anco spremuto in parolette in vendita  ereditate dalla cultura più o meno emersa più o meno galleggiante. Il male coriandolato in pixel e moltiplicazione d'epigonismo.

 Guanda il libro lo stampò nell'81, allora i transfughi dal marxismo, da Cacciari in avanti, si dedicavano ai "nascosti" della cosiddetta destra filosofica e letteraria. Con la benedizione, nella casa editrice citata, del Maestro Raboni. Ma erano discussioni tra intellettuali. Nel duemila secolo mi sa che dovrebbero dire la loro i giovani virgulti che cresciuti a cartoni animati e immagini d'ogni turpe sofferenza ed omicidio, rifiutando d' esser ammucchiati in qualche recinto come scrittori in pendenza d'editing o come poeti nuovi scollinanti la mediocrità con scarpette firmate Dolce e Gabbana. Leggere Céline e mettere da parte Camus e Sartre con il loro storicismo umanistico dannoso più delle cavallette nel prato dell'utopia! E scoprire che se il Male uno scrittore francese lo ha vissuto sul gobbo, e raccontato alla sua maniera!, e che maniera! è meglio che leggerlo nel gobbo che si srotola nei reading poetici come negli  show su Mediaset.
Se il traduttore, il latinista e poeta Giancarlo Pontiggia, si facesse vivo vedremo se ne concede l'uso o se pretende che gli reciti Virgilio. Che fra l'altro non so perché è il diploma di ragioniere che mi dato accesso all'università. 



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a febbraio on line...

DIREZIONE

Claudio Di Scalzo



 

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