venerdì 11 ottobre 2019

Accio: Lenin di Clara Zetkin, Lenin di me a sedici anni e oggi



1968 - Trad. Goglia e Nobile - Lire 3,50 





Accio

LENIN DI CLARA ZETKIN LENIN DI ME A SEDICI ANNI E OGGI


Nel 1968, a sedici anni, me ne davo già allora uno meno essendo nato l’8 dicembre 1952 di sette mesi che a cose normali, appunto, avrei scollinato nel 1953, lessi il LENIN di CLARA ZETKIN, che la rivoluzionaria tedesca dedica al rivoluzionario morto da poco nel 1924.



Clara Zetkin




Il libretto spillato rosso della Samonà Savelli  a riaprillo m’à riservato sorpresa struggicòre  rosso. E ci scrivo proprio un mi’ riordo volentieri perché in rete ir libro c’è sortanto su Ebbei a 18 euro se uno vole comprallo. Ma der ‘ontenuto non c’è ombra rossa, sortanto quarche foto della rivoluzionaria amia da giovane della Luxemburghe e poi da anziana che mòre a Mosca in fuga dar nazismo ner 1933.

Quest’assenza la dice lunga sur destino del ‘Omunismo sur webbe. Cancellato se non per dinne male e mostruosizzarlo.

A stramonà e svilì e smerdà ‘Omunismo ‘Omunisti  e Rivoluzionari iniziarono ai tempi dei Giaobini la reazione bianca e borghese. Perché meravigliassi. Luigi XVI Maria Antonietta santi come lo Zar e la Zarina. ‘Anno continuato ar meglio per tutto ir novecento apoteosi cor webbe.

Ma allora andiamo a vedé ‘osa scrive Clara Zetkin di Lenin che mi ‘olpì ragazzo e ‘osa posso riavacci a quest'età di 66 anni con l’aggiunta der tempo a cui nun si scappa.

Partendo dall’incipitte:
“La grandezza del capo si armonizzava con la grandezza dell’uomo, ed è questo che ha reso caratteristica la figura di di Lenin, è per questo che egli rimane per sempre racchiuso come in un sarcofago nel grande cuore del proletariato mondiale, destino glorioso che era stato, secondo l’espressione di Marx, quello dei combattenti della Comune (…)








Per esse gran capo rivoluzionario bisogna essilo anche ‘ome omo. Senno le rivoluzioni non le vinci e ir popolo non ti segue.

La tomba di Lenin sta nel còre dei proletari comunisti non nel cristallo mummifiato come scrisse Majakovskij.
Marx  lo disse per primo: dobbiamo aver cura in noi dei rivoluzionari a partì da chi stava sulle barriate della Comune di cui non si riorda o ‘onosce il nome. Lenin dà a questi morti e compagni nome col Comunismo che con loro ombre e vivi realizza. Punto! Che altro c’è da aggiunge?

Il proletariato t’annusa a istinto rionosce chi è ‘omunista chi non lo è se s’avvia ir processo rivoluzionario. I teorici accademici che scrivon di ‘omunismo anche oggi questo fiuto ar popolo alla classe lo distorcono lo profumano lo neutralizzano. Ma a LENIN questa gente non la dava a bere! E sia detto nel mio ‘omunismo non m’ànno ‘onvinto nemmeno me né di loro mi son mai fidato. Non li ‘onsidero quando scrivo di rivoluzionari come la Zetkin e Lenin.

C’è chi scrive à scritto scrisse di ‘Omunismo e chi lo pratiò e insieme ci scrisse. Non è la stessa ‘osa. I primi anche oggi vargono poo i seondi molto. Lenin vale perché pratiò ir ‘omunismo e ne scrisse mentre lo pratiava.

La Zetkin lo afferma paro paro: Lenin rifuggiva il ruolo tronfio dell’intellettuale del colto perché era autentico e semplice. Anche mentre scriveva Stato e Rivoluzione e studiava Hegel. Punto.

Il Comunismo è pratica e teoria per dare forma a quanto è necessario. I combattenti per la rivoluzione tentano un ordine sociale superiore e Lenin era al loro servizio non sopra di loro.

Lenin non si può addomesticare in senso socialdemocratico o riformista o prenderne una parte tralasciando il resto. LENIN è il Comunismo che vincendo una rivoluzione può rivelarci il prima e il dopo. E questo serve. Al Comunismo deve servire oggi il fallimento storico che ha avuto. Ma Lenin ancora sta lì a darci una mano.

Se affermo sono LENINISTA faccio subito il voto attorno a me. Ma come? Accio ti garbano Pascoli  Pollok  Zeppelin Jazz… come fai  a dirti leninista? Come faccio?! Faccio che la poesia l’arte la musica dovrebbe essere praticata da tutti senza dargli valore di merce di scambio solo valore d’uso comunista. Punto. Non mi sembra un bello spettacolo quanto accade nell’occidentale commercio di arti web compreso. Silenzio. Svicolano. E chi li vede più!! Se dicevo e dico “sono leninista”.









Nelle pagine della Zetkin  sul suo“Primo incontro” con Lenin,  a sedici anni scrissi a lato, mi ‘ommovo un poinino a scoprillo, delle rimette “Rosa artista carezza posa alla Zetkin vista” e cioè La Luxembourg dice alla Zetkin vedendo Lenin che il russo aveva una volontà indomita cocciuta tenace tanto da buttà giù  a testate le mura che strizzavano il proletariato nella socialdemocrazia riformista. E aggiunge che “non cederà mai”. 
Che forza anche oggi la parola MAI.

Mai cedere pentirsi arrendersi contro le mire i vagheggiamenti i tradimenti del riformismo.
Lenin li combatteva già nel 1907 nella II Internazionale. Li annusava come ‘ontadino chi avrebbe tradito.




Clara Zetkin a Mosca





Perché sia detto la SOCIALDEMOCRAZIA è stata la rovina del proletariato del popolo, non il COMUNISMO.  
Causarono il fallimento della rivoluzione del 1848 in Francia, della Comune di Parigi nel 1871, il tradimento nella Prima Guerra Mondiale Imperialista, hanno fatto fallire le rivoluzioni in Italia e Germania, dove muore Luxembourg, in Baviera in Ungheria, la Rivoluzione Spagnola, hanno osteggiato l’Ordine nuovo il PCd’I e così via. Disarmato la Resistenza. Perché il PCI è diventato nel secondo dopoguerra una sorta di socialdemocrazia, lo vogliamo dire o no?!

Allora LENIN raccontato dalla CLARA ZETKIN serve eccome conoscerlo. OGGI:

L’altro aspetto che mi colpi nel Requiem Comunista di Clara Zetkin è come ella ravvisa la caratteristica di Lenin nella SEMPLICITÀ. Il rivoluzionario era amabile semplice naturale con i compagni. “Incapace di mostrarsi diverso da come è”.
Semplicità e capacità di scrivere teorizzare praticare il Comunismo.

Su quest’uomo ieri come oggi talmente tante parole di dileggio offesa sputtanamento rimozione che non ha uguale nella storia dell’umanità. Anche oggi. Oggi più di ieri. TUTTI possono e lo fanno sputare sulla fronte di Lenin. Anche in rete.

Io invece me ne sto con questo libretto nella soffitta di Vecchiano e la fronte del vecchio compagno se posso la carezzo. E ricordo mio zio LENINO che ne portò il nome tutta la vita ribattezzato a forza dai fascisti Beppino. 
Lenin ce l’avevo in casa nella stirpe. 
Questo nome come quello di mi-pà LIBERTARIO come quello der mi’ zio ALVARO che andò in Spagna con le Brigate Internazionali… valevano valgono più di mille libri d’ogni stazza e volume sul comunismo sulla cultura poesia letteratura arti. Perché sono il reale, il sangue, la postura comunista vissuta da compagni semplici, ma disposti a testate, come Lenino, di andare fino in fondo nel momento che il comunismo li chiamò all’azione.

Soltanto chi nella mia lunga vita ha portato rispetto a questa storia, semplice, comunista, che ho fatto conoscere, può stare  a contatto e in contatto  e vicino a me. Anche oggi con Clara Zetkin tra le mani. Sennò ne faccio a meno e, sia detto, non mi mancano.

Ecco perché, con questa postura, sono adatto a intende questo scritto della Zetkin. 
Non ci vòle la laurea per fallo o letture estètie. 
Ci vòle il fiuto. 
La semplicità per annusare quanto vale. 
Lo faccio.

Anche per fa’ intende ai nemici di classe che da leninista con me’ non ci posson fare affari o trastulli o venimmi a vènde merce che rifiuto da quando avevo sedici anni anzi quindici.





giovedì 10 ottobre 2019

Accio: Nykolay Ivanovic Bucharin e L’Olandese Volante (2012-2017) custode del Comunismo Transmoderno


Traduzione Giorgio Meucci. 1969. Roma. 




Accio

NYKOLAY IVANOVIC BUCHARIN 

E L’OLANDESE VOLANTE (2012-2017) 

CUSTODE DEL COMUNISMO TRANSMODERNO


Il mio “ritorno a casa” a Vecchiano, al cascinale paterno e materno, di Lalo e Nada, comprende il labirinto soffitte ove stanno carte della donna che 35 anni fa ha cambiato nel tragico il corso vitale del fotografo Fabio Nardi; e pure il Comunismo nei libri e documenti e immagini dei protagonisti; Comunismo a cui appartenni e appartengo; Comunismo dato per morto. E invece non lo è.

Basta che tiri a me nomi e vicende. Per saperlo. Perché l’avventura, la religione, la tragedia, il tragico si riveli.

Tragico e Fede, non da modellare in rito stanco ridicolmente involontario, sui miti dell’Ellade nel sempiterno neoclassicismo per colti che il popolo lo vuole elevare ad altezze d’Olimpo letterario; bensì da accostare-intridere nel pianto nella pena nel melodramma al romanzo avventuroso che scende mettendosi a pari della classe che lo germinò e germina nel possibile: il proletariato.

Qui porto, ritrovo,  Nykolay Ivanovic Bucharin.



Bucharin




Ho sempre avuto affetto custodia letture per il “prediletto del partito bolscevico” e di Lenin.  Lo leggevo diciassettenne, nei libretti, spillati, copertina rossa immagine pop della Samonà e Savelli. Originalissimo editore della Nuova Sinistra (poi approdato alla Destra) che pubblicava nel 1968 e 1969 e anni seguenti i dannati del comunismo marchiati traditori dallo stalinismo e dal PCI.

Bucharin ucciso e condannato nel 1938 nei processi Mosca.

Bucharin pubblicato nel 1975 da Feltrinelli nel fondamentale biografia di Stephen F. Cohen: “Bucharin e la rivoluzione bolscevica. Biografia politica 1888/1938” e da Editori Riuniti, nel 1979, con Roy Medvedev: “Gli ultimi anni di Bucharin”.






Mi interessò, nei primi anni Settanta, studiare e leggere, di Bucharin “Imperialismo e economia internazionale” mettendolo  a confronto con L’Imperialismo analizzato, nei loro libri, da Lenin ("Imperialismo fase suprema del capitalismo" e dalla Luxemburg ("L'accumulazione del Capitale").

Che trovo utile anche oggi conoscere, perché se il Marxismo ha forza ce l'ha partendo dall’Economia Politica analizzata non dalle ideologie; perché il capitalismo globalizzato c’è oggi, come nel novecento, vero moloc dominante.

L’Imperialismo che procede a una ristrutturazione continua del Reddito a favore dello stato e della classe dominante tramite tassazione elevata e gioco inflattivo deflattivo, come scrisse Bucharin, è o non è anche prassi oggi di stati e banche e Fondi monetari?

Non si è forse concretizzato in tutto il '900 e oggi che L’imperialismo non ha alcuna fase suprema da raggiungere - Bucharin dissentiva da Lenin in questo - bensì un continuo riassetto dei sistemi economici nazionali in vista di un capitalismo di stato che tende a regolarizzare l’anarchia e le singole economie capitalistiche nazionali (e globalizzate) in gara tra loro? (Bucharin dissentiva dalla Luxembourg nell'analisi delle nazioni imperialistiche in lotta e nelel conseguenze di ciò). 
Se aggiungiamo il capitalismo di stato di economie come quella cinese nella dinamica capitalistica post-Urss in rapporto a quella classicamente capitalistica USA ed Europea ci sono conferme. 

Quale Imperialismo esista oggi nel mondo è la necessaria analisi da compiere ma non in asettici studi d’economisti ma, come Bucharin fece nel 1915, in vista di un processo rivoluzionario possibile.

Allora i marxisti dinanzi al crollo della socialdemocrazia nella Prima Guerra mondiale, accettante la logica imperialistica, che pensavano “rivoluzione” si contavano sulle dita di una mano. Con il partito bolscevico che indirizzato da Lenin e Bucharin lì tendevano.

Revisionisti fascisti tutta la potenza del web della cultura dominante nega umanità presenza ricordo dei comunisti e di coloro che ne vissero la Tragedia e l’Avventura.







Allora come procedere on line sulComunisti
essendo comunisti?






Larina Bucharin




Intanto se la letteratura ha una sua forza partire dal Testamento imparato a memoria della moglie di Bucharin: Anna Michailovna Larina; prima di essere arrestato nel 1937; titolato “Lettera alle nuove generazioni dei dirigenti del Partito”. Imparata a memoria dalla moglie temendo, Bucharin, potesse essere trovata dagli organi dell' NKVD la polizia politica di Stalin. La letteratura potrebbe custodire, nei generi vari, nella stessa estetica per immagini, questo atto che rivela umanità fede politica amore. Basta il volto di Larina la mitezza di Bucharin a smontare ogni falsità staliniana ieri e oggi. 

Però i Comunisti devono lavorare custodire creare su questa Epica Comunista virata nel Tragico. Tanto più capitalismo o ideologia reazionaria e liberale neofascismo mediatico ed istituzioni parlamentari dell'Europa, vogliono, oggi, ridurre alla mostruosità il COMUNISMO tanto più i comunisti devono organizzare la propria epica politica esistenziale del passato del presente. In maniera comunitaria senza ricavarne un’estetica da pubblicare, da feticizzare nel valore d'uso, merce culturale, per costruirci alcuna carriera intellettuale o da autori autrici.

Questo penso e faccio da uomo semplice da Accio. In un cascinale con soffitta e tetto da dove si vede il fiume Serchio che va al mare.



NECESSARIO POSTSCRIPTUM 1


-L’Olandese Volante nella sezione TRANSFUMETTO/RIVOLUZIONARI-BARRA ROSSA





c’è qualcosina che rivela come custodisco il Comunismo.

L’Olandese Volante in CDS/COMUNISMI-BARRA ROSSA







NECESSARIO POSTSCRIPTUM 2


Quando inventai nel 2010 con l’azienda Retesì di Sondrio  e i suoi ingegneri telematici L’Olandese Volante, dopo quello nel 2005 di TELLUSfolio giornale Geoglocale, proposi la realizzazione di una tecnica telematica che ancora oggi ritengo basilare e unica on line nonostante L’OLANDESE VOLANTE non sia ottimizzato per iPhone e Smartphon; e cioè la BARRA ROSSA in alto. 

Essa, stiva dell’OV, è in realtà una Biblioteca. Dove i testi e le immagini sono custodite e rendono possibile una lettura e conoscenza che in altri siti non accade. Praticamente un rovescio. Quanto pubblicato che andrebbe sistematicamente tolto dalla prima pagina si dovrebbe riversare nelle sezioni in alto… tolda prua vele... che funzionano come romanzo poema  racconto melodramma illustrazione di vari generi. 

Anche COMUNISMI e RIVOLUZIONARI (Barra Rossa) sono dentro questo meccanismo.

Lo rivelo perché tutta questa fatica e innovazione il 9 GENNAIO 2017 con il naufragio del veliero è stata spezzata immiserita umiliata. E anzi è cominciato l’uso, da me non consentito, ma accaduto, che testi qui custoditi: Erbari, Ornitologia, Karoline Knabberchen, Giovanni Boine fossero portati altrove in altro sito per ricavarci teoria ontologica.

Motivo per cui L’OV è ancora in rete come Antologia. Per difendersi un minimo da questa accumulazione borghese-reazionaria a danno del veliero comunista.

Una volta pagati i gravosi debiti che ho con l’azienda Retesì di Sondrio rimastimi sul groppone… l’OV sparirà dalla Rete ma la BARRA ROSSA è un’idea tecnica ed estetica che vale e potrebbe valere ancora.

Lo scrivo perché son convinto che in tutta la vicenda dell’Olandese Volante, nel 9 gennaio 2017, il mio COMUNISMO abbia subito offesa e violenza reazionaria esemplare.  

Stare nella soffitta a Vecchiano con BUCHARIN mi fortifica, mi fa accettare questo destino ma inserito in un episodio di LOTTA DI CLASSE IDEOLOGICA, e mi può far scrivere che l’ideologia, anche culturale rovesciata nella poesia-carriera, come nel caso del subito naufragio dell’Olandese Volante, con me non ha vinto.






NECESSARIO POSTSCRIPTUM 3


KK - 1979 - Engadina, Ardez




Mentre scrivo su Bucharin e guardo Larina con cappello di lana ho con me due foto, di due donne amate, col berretto di lana. 



Sara Cardellino 2017





Sara Cardellino, Venezia





Karoline Knabberchen (1959-1985) fotografata ad Ardez nel 1979,  e Sara Cardellino come l'ho disegnata a Venezia, nell'autunno 2017 dalla foto dove, essendo iconoclasta, l'ho resa nei lineamenti evanescente ma con cappellino. 
Loro mi hanno amato mi amano per questo mio Comunismo.









mercoledì 9 ottobre 2019

Accio: Glossa al dipinto di Hanns Kralik "Partigiano torturato" sull'uso delle storie antifasciste e anticapitaliste ieri e oggi.


Hanns Kralik




Accio

GLOSSA AL DIPINTO DI HANNS KRALIK

Partigiano Torturato
sull'uso delle storie antifasciste e anticapitaliste 
ieri e oggi








Se, e se per caso, ammettiamo se, il proletariato antifascista  e comunista, avesse custodito e messo al primo posto le proprie storie e massacri subiti i soprusi il martirio, anche soltanto custodendo tutto oralmente, o in scritti popolari senza aspirazioni letterarie, se le vicende di classe,… fossero state messe prima anche dei libri di Calvino Vittorini Pavese Fenoglio Fortini Pasolini Pratolini… probabile che l’involuzione prima stalinista poi socialdemocratica poi social-liberale-liberista non ci sarebbe stata. Né lo smantellamento della Resistenza come prassi anticapitalistica.

Ma se i Guttuso dei fucilati poi diventa il maestro che vende a milioni che illustra ogni evento parlamentare e poi coi soldini va a trombare con la Marzotto, dividendosela con il compagno del Manifesto Lucio Magri, beh allora è partita persa.

Personalmente, e storie come quelle vissute da mio padre, ce ne sono molte altre, prima vengono queste poi i libri antifascisti i dipinti antifascisti le scultura antifasciste e film antifascisti.

E mentre il popolo antifascista veniva in queste opere mitizzato ricordare che il popolo la stessa classe proletaria e operaia era quella descritta da Federigo Tozzi non da Cassola e Pratolini. Soltanto una presa comunista di classe poteva limarne affievolire il male violenza che in essa alligna come in ogni altra classe.

E tra i nemici di classe, c’era mio nonno Vittorio e mia nonna Messinalla fascisti. Ma quando Vittorio muore di crepacuore sapendo l’avvicinarsi degli americani o per timore, mia nonna si veste di nero, per sempre, non si taglierà più i capelli, e nemmeno quarantenne sceglierà la castità perenne.

Ecco un amore così passionale assoluto tante antifasciste se lo sognavano. Comprese le intellettuali che scrivevano romanzi e poesie. Figurarsi oggi!

E se Lalo rischiava la vita durante l’occupazione nazista di Vecchiano aiutati dai fascisti locali per posare un fiore sulla finestra della Nada figlia del fascista, uscendo dal loculo del cimitero dove stava nascosto di giorno, beh… questo è o non è un amore assoluto! Per me valeva e vale più dei versi di Pavese e mi-mà più delle Dore Markus.

Se i comunisti avessero custodito e messo al centro della loro estetica la loro di vite non quella riflessa che gli han dato intellettuali di sinistra… il Comunismo non sarebbe finito così.

Quando in casa Tabucchi i maestri della letteratura poesia filosofia, tipo Garboli Baldacci Del Giudice Lalla Romano Bodei Vattimo Placido  si scambiavano con me non mi sentivo affatto gratificato. O ignorante come mi rivelò in un trafiletto e-mail un paio di anni fa una ex compagna incontrando poeti da web. “Ho provato vergogna per tutto quello che non sapevo!”. Come??? Allora se incontrava chi veramente è intellettuale e autore e poeta come mi accadde cosa faceva?, si buttava dal Molo Audace con una pietra al collo?!

Erano loro, i colti compagni, che dovevano sentirsi gratificati perché li portavo a Bocca di Serchio in barca e  spiegavo loro la caccia al cinghiale o raccontavo loro di mio padre  e del Pazzo barbiere. Comunisti, eterodossi per natura, che non portano alcuna responsabilità del fallimento totalitario o revisionista. Ad Est finivano nel Gulag ad ovest isolati dovendosi guardare le spalle da stalinisti  e fascisti. 

Responsabilità hanno invece chi andando nei paesi dell’Est in Albania in Cambogia in Cina… non ha capito una sega nulla sul comunismo in atto. Anche perché scansavano il comunismo anarco libertario e comunista eretico. Mi ricordo ancora della Rossana Rossanda che definiva sul manifesto, nei primi anni Settanta, Arturo Schwarz e le mostre su Duchamp come borghesi provocatorie anticomuniste!
Non c'è da meravigliarsi se i loro libri di saggistica e teoria, sono inutili ieri e oggi.



Sull'OLANDESE VOLANTE ANTOLOGIA (2012- 9 gennaio 2017)









Accio: Il partigiano torturato di Hanns Kralik - da RESISTENZA EUROPEA IN ARTE 1930 - 1945


Hanns Kralik - partigiano torturato







Accio

IL PARTIGIANO TORTURATO DI HANNS KRALIK

da RESISTENZA EUROPEA IN ARTE 1930 - 1945



Custodire-narrare Una Cento Mille Milioni di vite proletarie per un unico Comunismo. Nostro Fuoco guerrigliero per sempre. (Accio)

Abbiamo una sola possibilità, noi comunisti, di custodire e narrare ogni vita proletaria “offesa” e vinta che si sia opposta al capitalismo al fascismo. Che ancora possa “servire” al presente contro il capitale le sue istituzioni i suoi media le sue strategie di dominio. Che ribalti lo sfregio dileggio cassazione di un’epica di una lotta che dura da secoli: comunismo-socialismo-anarchismo.

Per questo non mi assento dal web come avevo pensato. Vi rimango per dedicarmi alla stirpe rossa alla fede comunista che mi tiene fin da ragazzetto.

Dichiaro che mi occuperò di RESISTENZA italiana ed europea durante la Seconda Guerra Mondiale e negli anni Trenta.

Resistenza. Nomi da togliere dall’oblio. Da ancora leggere vedere custodire. Da decenni liberali socialdemocratici liberisti reazione capitale neofascismo hanno cancellato, dall’editoria e dalla manualistica scolastica,  dalla rete ogni episodio immagine nome della resistenza comunista socialista anarchica e antifascista.

Nessuna concessione a una qualsivoglia estetica letteraria poetica. Soltanto documento narrazione comunitaria. Con soprannomi sigle gruppi. Il mio è Accio. 

Basta cercare on line artisti e uomini e donne che pure furono vittime martiri combattenti. Per non trovarli. In Rete sono cancellati od obliati  gli artisti che operarono da comunisti e socialisti e anarchici in arte per sostenere l’antifascismo l’anticapitalismo.

Conosco l’avventura letteraria di autori come Louis-Ferdinand Céline, separando biografia e opera, per quanto più posso, ma come Brasillach doveva essere fucilato o come Drieu la Rochelle suicidarsi. Stesso destino spettava a Pound come accadde a Gentile. La loro opera letteraria non giustifica salvezza della vita essendo responsabili assieme ai carnefici dei torturati che disegnava Hanns Kralik.

In ogni caso i fascisti o protofascisti o reazionari giustificatori di ogni oppressione di classe italiani non hanno la caratura di Céline: i loro nomi  efigure ispirano l'attuale neofascismo e reazione italiana e sono: Julius Evola, Armando Plebe, Agostino Gemelli, Giovanni Bortolaso, Francesco Crispi, Enrico Corradini, Vilfredo pareto, Alfredo Oriani, Giuseppe Prezzolini, Angelo Vergani, Pitigrilli, Ardengo Soffici, Gaetano Mosca, Acuzio Sacconi, Giovanni Preziosi, Angelo della Coppa, Luigi valli, Giovanni papini, Auro d'Alba, Appelius, Guglielmo Giannini, Gaetano Mosca... 

(come essi  ispirino i partiti della Destra italiana bellicista e neofascista basterebbe leggerli e commentarli. Dinanzi a questa gente sta l'anonimo partigiano sui monti e l'appeso ai pali del telegrafo impiccato col filo spinato)











Nel weblog ribattezzato “COMUNISMO TRANSMODERNO di Accio”

ricordo

PARTIGIANO TORTURATO DI HANNS KRALIK


Di questo compagno non c’è notizia in italiano né sulla sua opera. Soltanto in tedesco on line.

Nasce il 27 maggio 1900 a Neufeld, Germania, e muore a 1971 in Düsseldorf il 9 maggio 1971. Negli appunti che stesi grazie a Margherita Stein nel 1978 mi risulta nato nel 1903.

Minatore. Matura il suo segno nell’Università Popolare. Studia all’Accademia di Düsseldorf. Inventa e dipinge e stampa incisioni, strumento adatto alla propaganda e racconto per immagini, per il Movimento Operaio. A partire dal 1933, con l’avvento al potere del Nazismo, passa in clandestinità. Viene arrestato, torturato, deportato nel campo di concentramento di Borgermoor. Evade avventurosamente. Si rifugia in Olanda e dopo a Parigi. Qui dopo il 1940 partecipa alla Resistenza francese. Dal 1945 al 1950 ricopre incarichi per la diffusione della cultura e delle arti nella città di Düsseldorf.


Qui si fermano le mie informazioni. Non ho proseguito altra ricerca e traduzioni. Sono andate perdute foto e negativi che scattai a sue incisioni del periodo resistenziale nei miei viaggi tedeschi.






martedì 15 gennaio 2019

Vedova Rina Rètis: Contro ogni canea neofascista... semplicemente W LENIN






Contro ogni canea neofascista...

semplicemente W LENIN


firmato... Rina Rètis