domenica 30 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: Letterina sul comunismo come avventura tragica o comica

    







Claudio Di Scalzo detto Accio

LETTERINA SUL COMUNISMO PER I LETTORI NAVIGATORI

 Il Comunismo è anche un romanzo d'avventura, di teorie bislacche e indovinate, di gesta e fallimenti, di vite illustri e non illustri, e tutto ciò è stato ridotto a caricatura, non in avventura umoristica il che sarebbe già un alto risultato (fra l'altro sul Comunismo si deve anche ridere, lo facevano gli stessi praghesi o russi o polacchi e non vorrei che sul gulag come sul campo nazista non si potesse mai usare il riso) sia da chi ha proseguito a crederci - nel comunismo - in ambito intellettuale e giornalistico (in genere, dico, in genere) sia da un esercito di pentiti con un astio e un livore che appare spesso ridicolo! (non umoristico!). Anche perché in ogni "romanzo" se tutti sono pentiti non funziona! Dal tragico cercato, fortemente voluto si finisce nella parodia. E l'umorismo nascosto riemerge come piagnisteo.

Con COMUNISMO TRANSMODERNO cerchiamo di salvare e ri-raccontare questo "romanzo". E ovviamente, come capirete, una cosa è Lenin e una cosa sono i comunisti nostrani anche e i loro giovani discepoli. Però anche tra i pentiti le misure divergono: una cosa è Koestler e Silone un'altra chi ha ucciso e poi ha aderito a Comunione e Liberazione o chi dai marxisti-leninisti è passato con Forza Italia.

Negli anni Settanta diffondevo in Lotta Continua a Pisa i ciclostilati dei dissidenti. In tanti che poi sono diventati di Destra, anche estrema, ad esempio integralista cattolica! mi richiamavano all'ortodossia!... E sono rimasto comunista. E proseguo a mettere accanto a Marx sia Bakunin che Stirner che la truppa dei socialisti utopisti. E legame saldo con le avanguardie comuniste surrealiste-situazioniste-lettriste-neo-dadaiste!

Sono loro il dissenso più proficuo nei confronti del totalitarismo. Questo viene assolutamente occultato. Non pentirsi è bello! cari navigatori, come in Amore. Consiglio:  invece di guardare all'indietro verso Stalin o l'URSS,  di guardare chi di plusavalore soccombe e muore ogni giorno compresi i pesci nel Golfo del Messico.


             




  

lunedì 24 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: Poeta saldatore: Penso al trinciato di giorni da fumare. E cerco Sara Esserino... maggio 2010

 

Cds, "Poeta Saldatore a maggio", acquarello - a Sara Esserino 







Claudio Di Scalzo detto Accio

IL POETA SALDATORE CERCA SARA ESSERINO


Oggi sul treno che va verso Venezia penso a Sara Esserino. Al nostro appuntamento. La troverò dolce o amara? Vado a saldare poesia e follia in gelateria la più bella che ci sia sul canale dove leccare quanto è vivo che sembra ferito di zucchero privo. Leccato quando c’era da leccare mi metterò a fumare il trinciato minuti ore giorni dei nostri scambi telefonici. Bella pipata con raglio a maggio accidentata e nella nuvolaglia sarò saggio nell’amor paglia aggrappato al raggio che sicuramente mi colpirà sotto un arcobaleno di verità.

Simbolico. Penso questo ma siccome son bugiardo non sono sul treno ma in auto, Mini Cooper crema fra l'altro, e vado a Mestre, a 170 km orari, e da lì col traghetto verso Sara Esserino alla quale farò una bella sorpresa nel cono del sorriso. All’uscita dagli studi con il quartetto, la flautista, mi troverà lì e fumeremo insieme, lei le sue sigarette decò, e insieme ci salderemo nell’albergo più ricamato della città con vista sul porto dove un altro Poeta Saldatore che son sempre io avrà sbagliato mezzo di trasporto e sul molo deserto solo soletto dovrà tornare indietro e come quello sul treno fumare il trinciato di telefonate a maggio future e passate e non le esili sigarette di Sara Esserino che invece di farti respirare peggio ti aprono i polmoni all’autentica voce del TI SALDO TANTO…IN FINTA CENERE E TINTA INCANTO!


(Ritrovo oggi 30 dicembre 2018, in partenza per Venezia, un testo illustrato per Sara Esserino del 24 maggio 2010. Dopo un litigio l'andavo a raggiungere per fare "pace". M'inventai Poeta Saldatore. Ed il bello era che davvero fumavo trinciato per farla innervosire e veramente avevo nel baule dell'auto saldatrice e maschera. Le avevo promesso di risolvere un problema alla sua ringhiera veneziana. E se non mi avesse aperto la porta di casa, avrei preso alloggio in un albergo veneziano di lusso, e a notte avrei fatto serenate col trinciato e la saldatrice sotto la sua finestra. Questo è uno degli episodi che nel nostro legame son diventati "leggendari". Come neodadaismo sovversivo verso socialdemocratica latinista e mozartianamente, allora, neoclassica )




Sara Esserino nel 2010

che diventerà Sara Cardellino la Domenica delle Palme 2017

"La Donna che visse due volte nel cuore dello stesso uomo"

Poeta Saldatore Accio - 24 maggio 2010

 Autostrada - Traghetto... Cellulare.... Sara Esserino son qui... 




  

domenica 23 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: Vis-à-vis con Parvus bis



                     Parvus





Claudio Di Scalzo detto Accio

VIS-A-VIS CON PARVUS BIS


L’altro giorno ho ripensato a Aleksandr Gelfand detto Parvus. Un rivoluzionario che ispiro Trotsky e la sua teoria della “Rivoluzione permanente” e che poi fini i suoi giorni da capitalista nella Berlino del 1924 e probabilmente sul libro paga dei servizi segreti tedeschi, ove governava il socialdemocratico Ebert sui teschi: degli spartachisti Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht scannati dai protonazisti Freikorps al servizio del ministro della difesa Noske. Tira le cuoia, Parvus nel pus, nella sua lussuosa villa costruita sopra un isolotto della Vannsee. 

Ho cercato un suo scritto pubblicato a Berlino nel 1919 in cui criticava la Rivoluzione d’Ottobre: con accostamenti alla rivoluzione francese fase robespierrista che ogni reazionario borghese, frettolosamente, metterà in lista: dopo. Compreso Trotskij che lo farà lungamente. Lo riporto in calce. Pur avendo avuto un ruolo nel rientro in Russia, sul famoso treno blindato, di Lenin, ritorno che porterà alla Rivoluzione d’Ottobre, e nel movimento operaio di inizio secolo, Parvus è del tutto obliato. Perché ho pensato a Parvus? Non lo so. Forse l’ho sognato. Ha nome da personaggio di melodramma. E la rete m’informa che su di lui hanno scritto qualche biografia romanzata poco letta, e che Sergio Romano ne scrive nella sua rubrica sul Corriere della Sera. Però uno come Parvus deve stare su Facebook, con il suo ghigno mefistofelico, altroché; ed esser trovato, al limite, quanto poeti e poetesse con i loro acerbi versi; perché insomma!, anche se visse un’esistenza ambigua, aveva pur ispirato il “profeta disarmato” della IV Internazionale e i sicari staliniani ne usavano il nome per accusare di ogni nefandezza gli oppositori politici comunisti. Sia dato a Parvus quel che è di Parvus dunque, il suo volto e la sua figura torni tra noi come personaggio da romanzo. 


                                                                             Parvus




(…) e la rivoluzione russa, simile in questo alla grande Rivoluzione Francese, attraverso il dominio degli intellettuali, degli uomini del dogma con il loro regno della razionalità e il loro terrore di massa, sfocerebbe in una sorta di cesarismo. (Der Arbeitersozialismus und die Weltrevolution, Berlin, 1919)



  

giovedì 20 maggio 2010

Facili aforismi sul Comunismo per i bambini in Rete. Cura Claudio Di scalzo detto Accio




                                     






Pier Paolo Pasolini
Bandiera Rossa, ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli.

Karl Marx
Che ciascuno dia secondo le proprie capacità, che a ciascuno sia dato secondo le sue necessità.

Karl Marx
Il comunismo non toglie a nessuno il potere di appropriarsi dei prodotti sociali; toglie soltanto il potere di soggiogare il lavoro altrui mediante questa appropriazione.

Karl Marx
Il comunismo, per noi, non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente.

Karl Marx
L'ideologia dominante è sempre stata l'ideologia della classe dominante.

 Michail Bakunin
La libertà senza socialismo è privilegio, ingiustizia; il socialismo senza libertà è schiavitù, barbarie.

Carlo Cafiero
Non solo l'ideale, ma la nostra pratica e la nostra morale rivoluzionaria sono eziandio contenute nell'anarchia; la quale viene così a formare il nostro tutto rivoluzionario. È per ciò che noi l'invochiamo come l'avvenimento completo e definitivo della rivoluzione; la rivoluzione per la rivoluzione.

Ernesto Che Guevara
Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualsiasi ingiustizia, commessa contro chiunque, in qualsiasi parte del mondo. E' la qualità più bella di un buon rivoluzionario...

Karl Marx
Uno spettro si aggira per l'Europa, è lo spettro del comunismo.



a cura Claudio Di scalzo detto Accio




  

giovedì 13 maggio 2010

Marc Chagall: "Pace ai tuguri guerra ai palazzi". Album del Comunismo 2 - A cura di Claudio Di Scalzo detto Accio








Il pittore Marc Chagall interpreta, in questo disegno, la vocazione del proletariato russo più cosciente ad andare oltre la rivoluzione del febbraio 1917. Rivoluzione anche appoggiata dalla borghesia russa per consentire uno sviluppo economico al paese. L’uomo grida. “Pace ai tuguri, guerra ai palazzi”. Invocazione e motto che già era comparso nel socialismo ottocentesco e nel ’48. Ben presto arriverà l’Ottobre rosso dei bolscevichi che metteranno fine alla presenza della Santa Russia nel conflitto mondiale. Il pittore Marc Chagall abbandonerà la Russia anni dopo. Sia per dissenssi verso l’ala dei pittori cubisti e maggiormente dentro al disegno egemonico bolscevico, sia per esigenze derivanti dal suo essere ebreo e artista con una spiccata poetica individuale.

(a cura di Claudio Di Scalzo detto Accio)



  

domenica 9 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: “Trotskij attore a New York”. Album del Comunismo 1

 

                                                           





Claudio Di Scalzo detto Accio

TROTSKIJ ATTORE A NEW YORK


A New York, in esilio, Lev Trotskij fece l’attore. Questa la testimonianza comparsa sull’Herald Tribune nel 1932. “Leone Trotskij, il signore della guerra rossa, non aveva sex-appeal davanti alla macchina da presa. Non l’aveva proprio, dice Harry T. Morey, il Clark Gable desi suoi tempi, che lavorava accanto a Trotskij nel film La mia moglie ufficiale. Racconta ancora Morey: Trotskij era un extra pagato cinque dollari al giorno. Doveva anche sovrintendere all’atmosfera russa, perché il film era ambientato in Russia e si pensava che lui dovesse sapere ciò che andava bene e ciò che andava male. Io ricordo Trotskij come una persona riservata, quasi timida, che sembrava fuori dal suo elemento. Come attore era una frana perché non aveva una personalità particolare. Ma se vi capitava di parlargli, non sembrava più un tipo comune; vi colpivano la sua vasta cultura, le sue maniere, le sue idee personali. Parlava un buon inglese con un leggero accento straniero. Discorreva di cose di tutti i giorni; mai di socialismo Né di politica, per quanto ricordi”.




   

sabato 8 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio/Margherita Stein: Cartolina situazionista per la ex rivoluzione non vista




                                                     Cds "Cartolina situazionista...", 1973





Negli anni Sessanta e primi anni Settanta la Mail Art recuperò alcune "provocazioni" situazioniste per l'utopia di un comunismo creativo e delirante. Il mio amico Claudio Di Scalzo detto Accio pensava con questi divertimenti tardo-francesi e da pop art al servizio del proletariato pisano di correggere l'ossificato marxismo-leninismo della sinistra extra-parlamentare dove militava! In Lotta Continua. Illusioni! Neppure il movimento del '77 riuscì a proporre politica e fantasia se non in alcune occasioni di convegni. Poi tra le BR e altre follie armate c'era ben poco spazio per la creatività nel comunismo nostrano. Alcune cartoline le ho conservate. Cioè non avendole mandate in giro stanno incorniciate in vetro-vista nel settore socialismo utopistico della biblioteca: da Fourier al Situazionismo! Guy Debord permettendo... (Margherita Stein)



  

Claudio Di Scalzo detto Accio: I pensieri del gatto di Lenin... Gattov Lenino










Claudio Di Scalzo detto Accio

I PENSIERI DEL GATTO DI LENIN... GATTOV LENINO


Dove porterà la rivoluzione comunista russa? Io gatto di Russia e gatto del compagno Lenin e di più di sua moglie Nadezda avrò abbastanza anima per sopportarne le sorti? Il rivoluzione trasfigura anche la vita dei gatti e sono più acculturato della media visto la casa che abito! per capirlo e gatteggiarci sopra! - Il comunismo russo sarà come il bombo del gelso che trangugia la foglia e ne secerne la seta, speriamo che non ci siano buchi dove possano rientrare i cani feroci a sbranarci.




    

martedì 4 maggio 2010

Marx a fumetti. Riquadro base con massima di Claudio Di Scalzo detto Accio

 




Quando un’opera che può essere riprodotta a fumetti o illustrata ne incontra un’altra che non ha la stessa potenzialità, la prima vince nell’immaginario collettivo. La stessa legge vale per la Rete.



Massima raccolta da Ugo Sentito in una conversazione telefonica alle due di notte
 con Claudio Di Scalzo


     

lunedì 3 maggio 2010

Karl Marx: La “singolare” morale dell’economia politica. Biblioteca rossa 1 - a cura Claudio Di Scalzo

 



Ampia è la mia biblioteca domestica di libri sul Comunismo. Ma su tutti il Canone e cioè i libri di Marx. E utili antologie. Come questa pubblicata da Feltrinelli nel 1969. Curata da Iring Fetscher. Feltrinelli non ha più ristampato questa antologia formata da tre volumi. Marx e i marxisti, i comunisti, sono stati fonte di accumulazione originaria capitalistica per questa casa editrice, ma oggi si tira indietro; ed allora a far conoscere il Marx, compreso quello che propongo dai Manoscritti Economico-filosofici del 1844, non può che esser compito di COMUNISMO TRANSMODERNO e di altri blog interessati ad usare questo pensiero come forma di disvelamento dell’esistente e strumento di lotta egualitaria. Claudio Di Scalzo


LA SINGOLARE “MORALE” DELL’ECONOMIA POLITICA

Questa scienza della mirabile industria è parimenti la scienza dell'ascesi, e il suo vero ideale è l'avaro ascetico ma usuraio, e lo schiavo ascetico ma produttivo. II suo ideale morale è l'operaio che porta alla cassa di risparmio una parte del suo salario; e per questa sua idea prediletta essa ha trovato persino un’arte servile. Tutto ciò è stato portato sulla scena in forma sentimentale. L'economia politica è quindi, nonostante il suo aspetto mondano e lussurioso, una scienza realmente morale, la più morale dì tutte le scienze. La rinuncia a se stessi, la rinuncia alla vita e a tutti i bisogni umani, è il suo dogma principale. Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, al ballo e all'osteria, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti dipingi combatti, ecc, tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro, che né i tarli né la polvere possono consumare, il tuo capitale...
Cosi tutte le passioni e tutte le attività devono andare a finire nell'avidità di denaro. L'operaio può avere soltanto quanto basta per voler vivere; e può voler vivere soltanto per avere... (Manoscritti economico-filosofici del 1844, Einaudi, Torino, 1949, p. 139 sg.)

Ma se io chiedo agli economisti: forse che non ubbidisco alle leggi economiche, se traggo profitto prostituendo e offrendo in vendita il mio corpo alla voluttà altrui (gli operai delle fabbriche in Francia chiamano la prostituzione delle loro mogli e delle loro figlie la decima ora di lavoro, il che è letteralmente vero); oppure non agisco forse economicamente vendendo un mio amico ai marocchini (la vendita diretta degli uomini, come il commercio dei coscritti, ecc. si verifica in tutti i paesi civili)? Allora gli economisti mi rispondono: certamente tu non vai contro alle mie leggi; però, sta un po’ attento a quel che dicono la signora morale e la signora religione. La mia morale e la mia religione fondate sull'economia politica non hanno nulla da opporti, ma... Ma a chi mai io debbo più credere? alla economia politica o alla morale? La morale dell'economia è il guadagno, il lavoro, il risparmio, la sobrietà; ma l'economia politica mi promette di soddisfare i miei bisogni. L'economia della morale è la ricchezza in fatto di buona coscienza, di virtù, ecc; ma come posso essere virtuoso se non sono, e come posso avere una buona coscienza, se non so nulla? Nella natura stessa dell'estraniazione è fondato il fatto che ogni sfera mi presenti un criterio di misura diverso ed opposto, uno la morale, un altro l'economia politica; e infatti ognuna di queste due sfere rappresenta un modo determinato di estraniazione umana e fissa un ambito particolare di attività essenziale estraniata, (op. cit., p. 141 sg.)


     

domenica 2 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: Il nastro comunardo nello spazio. Storielle comuniste di varia natura 1



                                                                         Comunardi, 1871





Claudio Di Scalzo detto Accio

                                           IL NASTRO COMUNARDO NELLO SPAZIO

I tre cosmonauti sovietici che nel 1964 furono lanciati nello spazio con l’astronave Volskhod portarono con sé tre oggeti: un ritratto di Marx, uno di Lenin e il nastro di una bandiera della Comune di Parigi (1871). Una leggenda del comunismo anarchico racconta che i due ritratti, lanciati nello spazio come satelliti e santi siano stati rapidamente consumati dal pulviscolo interplanetario, mentre il nastro finito sopra una stella ne abbia ravvivato la luce. 





sabato 1 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: Invitati a tavola assente Lenin


   
 Lenin al 1° Maggio, Mosca 1920





Claudio Di Scalzo detto Accio

INVITATI A TAVOLA ASSENTE LENIN

Nel 1920 il Primo Maggio Lenin saluta. Con un sorriso, insperato da me, raggiunge la radura dove sono spettatore di un tempo comunista che non posso più riprodurre né con parole né tantomeno sorridendo io stesso al mio segretario. Tutti gli altri compagni li invito a pranzo, e converseremo ricordando un imbalsamazione orrenda, che impedisce a Lenin di raggiungerci, e come la tagliola di uno scomparso mondo tiene loro di la e me di qua. E Lenin sottovetro.

... per il Primo Maggio 2010
 





  

Claudio Di Scalzo detto Accio: Da Lotta Continua alla Luna





Cyrano Accio di Vecchiano








Claudio Di Scalzo detto Accio

DA LOTTA CONTINUA ALLA LUNA

Il retro della luna apparve al militante
di Lotta Continua come la pagina da scrivere
dell’utopia comunista… da vivere nell’immobile
spazio del sangue versato per nulla. Erano tempi
in cui nessuno pensava più a Cyrano de Bergerac
o a Blanqui che il satellite pallido avevano eletto
a dimora del sogno. Quando le nozze di giustizia
e bellezza stanno insieme. Soprattutto se celebrate
da un cella nella Francia di Napoleone III
o da una prigione barocca scardinata
con naso lunghissimo fiutante
l’Illuminismo in arrivo.
Tutti in quei giorni parlavano e indicavano l’allunaggio
nel suo decennale: con Armstrong, Aldrin e Collins
a rammentare in centinaia di tv l’impresa. A me
quel recente avanti e indietro dell’Apollo 11 era indifferente
come il governo in carica, come il mistero di Aldo Moro
ucciso da jene ridens (non ancora piangiolenti
nel pentimento) con la stella a cinque punte.

Abitavo a Vecchiano in attesa di finire l’università, in attesa
del grande amore, in attesa di partire militare, in attesa di vendere
a un negozio di oggettistica e di riviste per collezionisti:
il ciclostile, i manifesti, i libri, gli autografi di Adriano Sofri,
i pennarelli usati e col tappo della sede
di “Lotta Continua - Vecchiano e Paesi”.

Blanqui sulla luna aveva allestito un teatro
anche angelico di voci oscure con maldestri tentativi
verso il dio ottuso dell’uguaglianza per sempre.
Lo visitavo spesso, in quelle giornate terrestri
senza costrutto, e mi rallegravo a pensare
che la bandiera americana era uno spettacolo
da me, e dai due francesi, non contemplato
nel calendario delle celebrazioni. Per la salvezza
dell’Essere. Il nostro allunaggio indulgeva
sull’orlo dell’afasia, dell’indifferenza
per lo spettacolo prossimo venturo in materia
di gesti e corpi del genere umano. Il comunismo sulla luna
senza americani e russi era l’unica salvezza per me.
Per i miei sodali dal vaniloquio illusorio.

Il decennale passò! come demoni caudati
apparvero i professori con sfondo celeste;
i piloti eroici sembrarono vecchi conservati
in caschi di nebbia, e le riviste sull’impresa:
distanza, combustibile, i 400.000 chilometri percorsi,
il distacco con il rientro e la festa dell’orgoglio americano
finirono al macero… assieme a quelle di Lotta Continua
nella cartiera di Rigoli. Evento celebrato evento sotterrato.
Dicono i saggi vecchianesi. Mi sembrò adatto al decennale.
Con Blanqui e Cyrano mi trasferii sulla luna, nella faccia nascosta,
per vivere tranquillamente altri fallimenti: quello dell’amore
svizzero e di altri a ruota, la mancata laurea, la fuga con processo
dal servizio militare, la perdita di ogni orizzonte comunista
sulla terra. Per comparazione la mancata custodia
dell’archivio di Lotta continua m’apparve veniale.
Però mi sbagliavo. Così non avrei scritto sulla luna
il romanzo della mia generazione aiutato da Cyrano
e Blanqui in vena di bugie e sogni senza sbocco.
Sarebbe apparso altamente metafisico, illustrato
come si deve dal sentimento
della nostalgia epocale. Che disdetta!

Esclamato il disappunto mi sveglio giusto il tempo
per spegnere la televisione dove Ungaretti declama
chissà cosa dieci anni prima… ed entro
in un’altra allucinazione utopista.

Claudio Di Scalzo, 1979









Pubblico su COMUNISMO TRANSMODERNO questo inedito scritto - a Vecchiano nel luglio 1979 - nel  Quarantennale dell’allunaggio (1969-2009). Sembra che nel quarantennale siano usciti in libreria edizioni di pregio con poeti da rimembranza antologica e sembra che pittori da urne spaziali per celebrare l’allunaggio il 20 luglio 1969 siano stati esposti da qualche parte. Questa lunatica ode la scrissi quando tramontava la spaziale avventura, virata nel blu corvino, della rivoluzione in Italia che aveva conquistato il Nulla e dal Nulla non è più tornata. Anche perché né i compagni né i poeti sognavano Blanqui e Cyrano de Bergerac come il sottoscritto. (cds, 2009)





NOTA

Louis Auguste Blanqui, rivoluzionario francese, scrisse un allucinato e inquietante libro sullo spazio inventando un sistema comunista che aveva risonanze con il suo sterno prigioniero e mortificato da ogni violenza. “L'eternità attraverso gli astri”.
Cyrano de Bergerac riversò sulla luna la sua fantasia edificando una sorta di utopia dove la libertà era assoluta e senza bisogno di spade a difenderla. “L'altro mondo o gli stati e imperi della luna”.


Claudio Di Scalzo detto Accio: Lapide Web per Eugenio Curiel



                                                             
                                                                                   




Claudio Di Scalzo detto Accio

LA SCARICA DI MITRA


Il 24 febbraio 1945, dopo aver pranzato in ufficio e aver discusso del numero dell’Unità in preparazione, Eugenio Curiel esce. Si avvia verso il piazzale Baracca e quando vi arriva lo aspetta una squadra fascista. Una spia lo indica a voce alta. - E lui... è lui!!
Curiel si slancia via correndo, i militi repubblichini gli sparano nelle spalle. Curiel barcollante entra in un portone, gravemente ferito viene raggiunto e un’altra scarica lo inchioda a terra fra gli sghignazzi. Ha trentasei anni. Era uno scienziato e una promessa della ricerca scientifica nella Fisica. Come ebreo era stato cacciato dall'insegnamento per le leggi razziali mussoliniane. Più volte arrestato e picchiato. Confinato a Ventotene dal 1939 al 1943. Liberato dal Governo Badoglio aveva creato il Fronte della Gioventù per opporsi al fascismo e ai nazisti. Negli ultimi tempi aveva prefigurato una sorta di democrazia progressiva per il movimento operaio. Una teoria politica comunista al di là dello stalinismo e delle ambiguità socialiste.


Su Comunismo Transmoderno, come opposizione a chi vuole riscrivere la storia della Liberazione dell'Italia dal dominio nazista e fascista e mortificare in essa il ruolo dei comunisti italiani, riportiamo in vista una lapide dedicata a Eugenio Curiel, e altre ne seguiranno, di Lapidi Web, fatte di marmo o con episodi scolpiti nella memoria resistenziale. Anche in arte. Perché esse vadano ad accostarsi a quelle sparse in Italia, che più nessuno ricorda, e onora, spesso neppure i dirigenti dell'ex PCI. E così gli imbrattamenti restano e salgono giorno dopo giorno - Ugo Sentito