domenica 23 maggio 2010

Claudio Di Scalzo detto Accio: Vis-à-vis con Parvus bis



                     Parvus





Claudio Di Scalzo detto Accio

VIS-A-VIS CON PARVUS BIS


L’altro giorno ho ripensato a Aleksandr Gelfand detto Parvus. Un rivoluzionario che ispiro Trotsky e la sua teoria della “Rivoluzione permanente” e che poi fini i suoi giorni da capitalista nella Berlino del 1924 e probabilmente sul libro paga dei servizi segreti tedeschi, ove governava il socialdemocratico Ebert sui teschi: degli spartachisti Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht scannati dai protonazisti Freikorps al servizio del ministro della difesa Noske. Tira le cuoia, Parvus nel pus, nella sua lussuosa villa costruita sopra un isolotto della Vannsee. 

Ho cercato un suo scritto pubblicato a Berlino nel 1919 in cui criticava la Rivoluzione d’Ottobre: con accostamenti alla rivoluzione francese fase robespierrista che ogni reazionario borghese, frettolosamente, metterà in lista: dopo. Compreso Trotskij che lo farà lungamente. Lo riporto in calce. Pur avendo avuto un ruolo nel rientro in Russia, sul famoso treno blindato, di Lenin, ritorno che porterà alla Rivoluzione d’Ottobre, e nel movimento operaio di inizio secolo, Parvus è del tutto obliato. Perché ho pensato a Parvus? Non lo so. Forse l’ho sognato. Ha nome da personaggio di melodramma. E la rete m’informa che su di lui hanno scritto qualche biografia romanzata poco letta, e che Sergio Romano ne scrive nella sua rubrica sul Corriere della Sera. Però uno come Parvus deve stare su Facebook, con il suo ghigno mefistofelico, altroché; ed esser trovato, al limite, quanto poeti e poetesse con i loro acerbi versi; perché insomma!, anche se visse un’esistenza ambigua, aveva pur ispirato il “profeta disarmato” della IV Internazionale e i sicari staliniani ne usavano il nome per accusare di ogni nefandezza gli oppositori politici comunisti. Sia dato a Parvus quel che è di Parvus dunque, il suo volto e la sua figura torni tra noi come personaggio da romanzo. 


                                                                             Parvus




(…) e la rivoluzione russa, simile in questo alla grande Rivoluzione Francese, attraverso il dominio degli intellettuali, degli uomini del dogma con il loro regno della razionalità e il loro terrore di massa, sfocerebbe in una sorta di cesarismo. (Der Arbeitersozialismus und die Weltrevolution, Berlin, 1919)



  

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